Il 17 gennaio 1920 negli Stati Uniti entrò in vigore la legge che proibiva la vendita e il consumo di alcolici in luoghi pubblici: era iniziata l’era del Proibizionismo, e quelli che verranno conosciuti come i “Ruggenti anni ’20”!
Migliaia di bar in tutto il Paese furono costretti a chiudere i battenti, ma la domanda di alcolici non accennò a diminuire e ben presto vennero aperti migliaia di bar illegali, o speakeasy, spesso gestiti da gangster, che servivano liquori di contrabbando. Al loro interno, per intrattenere i clienti, si esibivano piccole band di musicisti locali che suonavano jazz, musica che ben si adattava all’atmosfera festaiola che si respirava in questi posti. Fu così che il jazz divenne la nuova tendenza, e la colonna sonora dell’era.
Ciò aiutò a promuovere le carriere di importanti artisti come Louis Armstrong, King Oliver, Duke Ellington, Fats Waller, Paul Whiteman, Bix Beiderbecke, nonchè del jazz stesso come forma d'arte. Gli anni ’20 sono quindi anche "l'età del jazz" e dei grandi balli che si accompagnavano alla nuova musica, come il “Black Bottom”, il "Charleston", il "Fox Trot", lo "Shimmy", “Il Break-away” e il "Lindy Hop".
Nell’agosto del 1920 entrò in vigore un’altra legge federale che, finalmente, garantiva il diritto di voto alle donne. Fu un passo avanti gigante per le donne, che cominciarono a disfarsi delle convenzioni culturali ottocentesche e a diventare protagoniste della vita sociale a pieno diritto. Le cosiddette “flapper” dell’età del jazz divennero le eroine più visibili di questa ribellione: si tagliavano i capelli nel tipico caschetto, indossavano gonne corte o pantaloni (che in alcuni Stati erano proprio vietati), fumavano, bevevano e frequentavano i locali notturni e gli speakeasy, dove si ascoltava musica jazz, si consumavano alcolici e si ballava in maniera scatenata, mostrando le gambe e le braccia nude.
Vi sono molti esempi di donne che diventano delle vere e proprie icone, e che rompono importanti barriere di genere, come Amelia Earhart, che nel 1928 è la prima donna ad attraversare l'Atlantico in un volo con equipaggio (maschile).
Le donne acquistarono anche un ruolo nella musica e nell’intrattenimento, come artiste e a volte come pioniere del settore. Il primo disco di blues cantato, “Crazy Blues”, venne registrato proprio nel 1920 da Mamie Smith e nei mesi successivi vendette oltre un milione di copie.
Inoltre negli speakeasy si esibivano regolarmente alcune importanti musiciste, come Lil Hardin, che suonava il piano con King Oliver al Dreamland di Chicago, Thelma Terry, contrabbassista e band leader (la prima donna accreditata a dirigere un’orchestra di soli uomini), che lavorava stabilmente al Colosimo’s Restaurant, di proprietà di Al Capone, e Blanche Calloway, sorella maggiore di Cab, cantante e band leader che si esibiva al Ciro’s di Chicago con la sua orchestra di soli uomini.
Nel 1920 andarono in onda le prime stazioni radio commerciali e ben presto la popolarità del jazz salì alle stelle, grazie all'aumento delle registrazione di dischi e alla diffusione della musica sulle onde radio.
Si dice spesso che gli speakeasy favorirono l’integrazione e ciò significa che molti jazzisti neri con il proibizionismo cominciarono a essere chiamati a intrattenere la clientela bianca. Nacquero anche molti locali integrati, e questa tendenza, ispirata dal proibizionismo, era quasi senza precedenti in un'epoca in cui la segregazione non era solo la norma culturale, ma anche una politica governativa.
Fu il crollo del mercato azionario del 1929 a segnare la fine della festa per i bar clandestini. I ruggenti anni '20 si conclusero nel caos economico e l'atmosfera spensierata dell'era del proibizionismo si spense. Ma la devozione per il jazz dimostrata dai fratelli Capone e da altri mafiosi attenti agli affari durante il proibizionismo, non solo giovò a personaggi come Armstrong, Ellington e Waller, ma anche al futuro del jazz come genere musicale americano duraturo.